Un simbolismo contemporaneo. Intervista al pittore Riccardo Albiero

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Dal Tardogotico all’arte queer, la pittura di Riccardo Albiero è densa di riferimenti storici ma connotata allo stesso tempo da forte personalità e riconoscibilità. Ecco cosa ci ha raccontato. 

Riccardo Albiero è nato nel 1996 a Chioggia. Ha studiato pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna e attualmente è iscritto al corso di Economia e Gestione delle Arti e delle attività culturali presso l’Università Caʼ Foscari di Venezia. Il giovane artista è rappresentato da due gallerie, la Candy Snake di Milano e la Double Double di Pechino, che a fine marzo 2025 presenterà una sua mostra personale. Lo abbiamo incontrato nel suo studio in Giudecca, in occasione della residenza che sta svolgendo presso la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia. 

INTERVISTA A RICCARDO ALBIERO

La tua pittura è caratterizzata dalla presenza di elementi ricorrenti ‒ il levriero, il cardo, le stelle. Quando hai iniziato a sceglierli e a creare così il tuo stile? 
A partire da tre anni fa ho iniziato a scegliere dei soggetti costanti, alcuni provenienti dallo studio della storia dell’arte, in particolare il Tardogotico italiano e fiammingo, quindi più tradizionali e codificati, altri più criptici perché centrali a livello biografico. 

Quali autori o quali aspetti del Tardogotico ti hanno affascinato e hai deciso di portare nella tua pittura? 
Sicuramente gli autori più influenti per me sono stati Gentile da Fabriano, Pisanello e Botticelli. In generale, sento affine dal punto di vista formale la tendenza enciclopedica e l’organizzazione dell’immagine nel quadro, perché elementi di realismo spinto sono accostati a simboli particolarmente astratti o stilizzati. Dal punto di vista contenutistico, invece, l’immaginario fantastico e magico mi ha colpito sin da bambino, così come la spiritualità, che nel mio caso tuttavia non significa fede in Dio, ma in un Caos originario. 

Il passaggio di un tuo soggetto iconico, il levriero, da un ambiente immateriale all’interno di una stanza riflette l’evoluzione della tua poetica? 
Riflette di più la problematizzazione dello spazio. Dipingo interni e giardini con siepi che rappresentano uno spazio interiore, introverso, in cui sono ammessi anche imprecisioni ed errori di prospettiva. 

I SOGGETTI PITTORICI DI RICCARDO ALBIERO 

Le figure maschili, già protagoniste dei tuoi primi lavori, ora sembrano ritratte come fossero santi. Mi racconti di loro? 
Anche io ho notato questa somiglianza, però non c’è alcuna idealizzazione o connotazione salvifica in loro. Piuttosto sono la presentazione di un fenomeno visivo che sta tra uomo e idea, non c’è volontà di realismo. Penso ai ritratti funerari del Fayyum e a Botticelli, ma anche all’arte queer, per dimostrare quali forme può assumere la virilità. 

Quale rapporto auspichi che i fruitori abbiano con la tua opera? 
Vorrei che provassero diletto, piacere e appagamento nei confronti dei soggetti legati al mondo naturale, mentre vorrei che si innamorassero dei ritratti e che questi suscitassero una specie di educazione sentimentale. In generale per me l’arte non è mai un gesto espressivo isolato, ma sempre un’offerta al pubblico. 

IL MERCATO DELL’ARTE SECONDO RICCARDO ALBIERO 

Sei giovane ma ben inserito nel mercato dell’arte. Hai sempre voluto arrivare a questo momento? 
In realtà no. Sono rappresentato da due gallerie da circa due anni, da quando cioè mi sono laureato al biennio di Pittura a Bologna. In quel momento ho pensato che, per vivere della mia arte, mi sarei dovuto impegnare. Poi anche la fortuna ha fatto la sua parte. 

Come immagini si evolverà la tua arte nel futuro? 
Per quanto riguarda la pittura, penso che i miei soggetti abbiano ancora molto da offrire, fisionomie e volti, però, potrebbero cambiare. Sono interessato anche al mondo dei metalli e alle installazioni. Inoltre sento il bisogno di ampliare le mie conoscenze sulla storia dell’arte, anche quella di altre culture, e ciò magari si rifletterà sulle mie opere. 

Hai affermato: “La mia ricerca si basa sull’introspezione nella ricerca di una verità”. Oggi, quale consapevolezza pensi di aver raggiunto? 
Probabilmente ho raggiunto delle convinzioni sul piano spirituale su cui ho impostato il mio sistema di valori e di conseguenza il mio sistema di rappresentazioni. Credo però che mi continuerò sempre a interrogare su cosa ho di nuovo da offrire. 

Alice Longo 

https://www.instagram.com/riccardoalbiero_/

  • Quiet the room (2024) by Riccardo Albiero, egg tempera on panel, 45 by 40.5 cm. A serene, introspective scene rendered in soft tones and fine detail, inviting a sense of silence and emotional intimacy.
  • Searching for crystals (2024) by Riccardo Albiero, egg tempera on panel, 47.5 by 37.9 cm. The composition presents a contemplative figure engaged in a quiet act of searching, with subtle layers and soft lighting enhancing the introspective mood.
  • Sighthound (2024) by Riccardo Albiero, egg tempera on panel, 28.5 by 37 cm. A finely rendered painting depicting a lean, alert dog, evoking stillness and attentiveness through delicate brushwork and muted tones.