L’arte in presa diretta. Parla la regista Alessandra Galletta 

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Incontro con la regista Alessandra Galletta per scoprire il sottile confine tra la curatela e la documentazione video e comprendere come si racconta l’arte al grande pubblico. 

Alessandra Galletta (Padova, 1964) è una regista, autrice e produttrice. Ha fondato a Milano LaGalla23, casa di produzione indipendente che progetta e produce documentari, video e format originali di contenuto artistico e culturale. Dalla tv degli anni Novanta, con Le Notti dell’Angelo, fino a documentari incentrati su artisti di fama internazionale ‒ come Adrian Paci, Tomás Saraceno, Ettore Spalletti, Francesco Vezzoli ‒, Galletta ha creato un proprio modo di raccontare gli artisti, con il preciso obiettivo di diffonderne il messaggio. 

Hai iniziato la tua carriera come curatrice indipendente e poi, con il filosofo Marco Senaldi,  avete firmato come autori il programma cult della tv degli anni Novanta, Le Notti dell’Angelo. Cosa significava, in quegli anni, curare un programma televisivo dedicato all’arte e alla cultura? Come venivano scelti e strutturati i contenuti da mandare in onda? 
Il programma, di Gregorio Paolini, veniva trasmesso sulle reti Mediaset, poiché in quegli anni la scelta editoriale era di ampliare l’offerta tv ‒ incentrata fino a quel momento sull’intrattenimento ‒ anche all’arte, alla moda e alla cultura contemporanea. Per noi autori è stata subito chiara la possibilità di realizzare il programma che avremmo desiderato come spettatori: temi contemporanei spiegati con un linguaggio video di contaminazione tra i saperi. Ogni puntata mescolava filosofia, mostre, opere d’arte, ma anche letteratura, cinema, e persino spot pubblicitari, che in quegli anni erano dei piccoli film di grande qualità. Tutto si reggeva su un montaggio agile e sensato, senza l’utilizzo di uno studio televisivo, una conduzione o un voiceOver. E ha funzionato. 

 
Hai fondato a Milano LaGalla23, una casa di produzione esclusivamente dedicata ai documentari d’arte contemporanea. Hai scritto e diretto, tra gli altri lavori, monografie su Adrian Paci, Francesco Vezzoli, Ettore Spalletti. Come decidi il taglio da dare a un documentario? Qual è la ragione che ti spinge a scegliere un determinato soggetto? 
Il soggetto nasce quando, conoscendo meglio un artista, scopro dettagli-chiave del suo lavoro che mi affascinano al punto da volerli condividere con un vasto pubblico.  
Il taglio invece me lo suggerisce inconsapevolmente l’artista, permettendomi di entrare con le telecamere nella sua vita artistica e privata. I grandi artisti sono sempre coerenti con la loro opera, e questa coerenza si conferma certamente attraverso il loro studio, ma anche in casa, a cena, al telefono… o nel libro che tengono sul comodino. 

L’ARTE RACCONTATA DA ALESSANDRA GALLETTA 

Tu lavori anche su incarico di istituzioni museali. Come cambia il tuo approccio in questo ambito? 
Sostanzialmente non cambia, scrivo sempre un piano di riprese che accompagni la realtà senza alcuna modifica: lo sballaggio delle opere, l’allestimento con le sue complicazioni, il chiasso dell’opening e soprattutto le dichiarazioni degli artisti, che sono sempre, con le loro opere, i veri protagonisti di ogni mia documentazione. 

Raccontare Maria Lai significa confrontarsi con un’opera molto intima e difficile da tradurre in immagini. Come produttrice di Sulle tracce di Maria Lai, in che modo hai contribuito a definire al meglio la sua arte? 
Il film è di Maddalena Bregani, con la quale collaboro dagli anni di Mediaset e con la quale ho da sempre una sintonia e una vicinanza di vedute. Ho letto il suo progetto e non avrei cambiato una virgola. Sono fiera di essere stata la sua prima produttrice. 

Il tuo lavoro potrebbe essere definito come una forma di curatela? In fondo, al pari di un curatore, anche tu scegli cosa mostrare, stabilisci un ordine e costruisci un racconto, esattamente come avviene quando si progetta una mostra. 
Sicuramente quello che accomuna la curatela e la regia è la parte iniziale, che si concentra principalmente nella ricerca e nella scrittura, due fasi fondamentali per entrambe le professioni. 
La differenza sta nel fatto che, nella curatela, il ruolo è quello di esprimere il proprio pensiero attraverso le opere degli artisti, mentre nei miei documentari io metto le mie competenze a disposizione dell’artista per divulgare il suo messaggio e il suo pensiero. Non il mio. 

I PROGETTI DI ALESSANDRA GALLETTA 

Qual è stato, finora, il luogo di ripresa più suggestivo e/o complicato in cui hai operato? 
Senza dubbi il mio ultimo progetto: un documentario sul Grande Cretto di Alberto Burri a Gibellina. Ci lavoro da due anni ed è un luogo affascinante ma anche molto, molto complesso da “catturare”. Questo perché il Cretto è immenso e la luce cambia continuamente, inoltre è situato in un punto della Sicilia difficile da raggiungere e ogni giorno di riprese ci troviamo di fronte a un’opera nuova. È come voler fare il documentario di un miraggio, di una Fata Morgana, di un effetto ottico, o di un sogno. Magnifico, ma quasi irraggiungibile.  
È questo il progetto che vorrei realizzare. 

Credi che nei personaggi che descrivi ci sia anche qualcosa di te? 
Non necessariamente. Mi piacerebbe al contrario fare un film su un buon artista, ma che non è tra i miei preferiti. Il requisito necessario, però, è sempre conoscere molto bene il suo lavoro, perché non si può narrare una storia se non la si conosce profondamente. 

Sofia Battistelli 

https://www.lagalla23.com/

  • Portrait of Alessandra Galletta in Venice. Photo courtesy of Alessandra Galletta.
  • Maria Lai, Telaio-soffitto (1982), installation at the open-air museum in Ulassai. Photo © LAGALLA 23 productions 2020
  • Maria Lai, Mondo incandescente (1988). Photo © LAGALLA 23 productions 2020
  • Detail of Pastorello mattiniero con capretta (2005) by Maria Lai, part of the open-air museum in Ulassai. Photo © LAGALLA 23 productions 2020.
  • Official poster for the documentary on Ettore Spalletti. Courtesy of Alessandra Galletta
  • Detail view of Ettore Spalletti, captured by Alessandra Galletta. Courtesy of the artist.
  • Film still featuring Ettore Spalletti. Image by Alessandra Galletta.
  • Promotional poster for the documentary Ossessione Vezzoli. Courtesy of Alessandra Galletta.