La mostra “Memory of Hope” dell’artista kazaka Gulnur Mukazhanova, ospitata presso la Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian a Venezia, si configura come un viaggio nella memoria, nell’identità e nella spiritualità attraverso il linguaggio della tessitura.
La mostra Memory of Hope nella Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian si inserisce nel progetto È il vento che fa il cielo. La Biennale di Venezia sulle orme di Marco Polo, una iniziativa dell’Archivio Storico della Biennale curata da Luigia Lonardelli per celebrare i 700 anni dalla morte di Marco Polo. L’Archivio Storico della Biennale diventa quindi un serbatoio di memoria attiva, dove il passato non è solo documentazione ma materia viva per costruire nuove narrazioni. La prima tappa del progetto è stata a Hangzhou, in Cina, con Il sentiero perfetto. La seconda tappa, a Venezia, ha visto protagonista Gulnur Mukazhanova, che ha esplorato le geografie di un viaggio meno noto, quello del padre e dello zio di Marco Polo, Niccolò e Matteo, attraverso le steppe kazake, luogo di connessione e scambio tra Oriente e Occidente.
GULNUR MUKAZHANOVA A VENEZIA
Gulnur Mukazhanova (Semipalatinsk, 1984), dopo la specializzazione nelle arti tessili presso l’Accademia Nazionale delle Arti di Almaty, nel 2008 si trasferisce a Berlino e frequenta la Kunsthochschule Berlin-Weißensee, approfondendo la conoscenza dell’arte tessile e stabilendo un dialogo fra la sua cultura d’origine e il contesto europeo. L’attenzione dell’artista kazaka si focalizza, dunque, su archivi e storie poco noti, dando forma a opere che combinano l’esigenza di recuperare le proprie origini e il desiderio di proiettarsi nel futuro.
La mostra veneziana ha invitato il visitatore a percorrere l’opera lungo il suo perimetro, in un ambiente che è diventato luogo di introspezione. I tre strati di tessuto che la rivestono rappresentano le diverse dimensioni dell’esistenza umana: corpo, mente e anima. Sviluppata in una forma di infinito, se osservata in pianta rivela linee che idealmente salgono verso il paradiso e scendono verso gli inferi, poggiandosi su una pedana ovale che ricorda una fiamma, simbolo di trasformazione e rinnovamento. Gli strati raffigurano la simbologia dell’albero della vita che, nella tradizione nomade kazaka, ha un significato profondo di unione tra il cielo, la terra e gli esseri umani. La trama di tessuti, riversandosi come una cascata sull’ultimo strato, riflette la formazione dell’identità personale e collettiva, l’anima di ogni individuo e società, suggerendo che essa si sviluppa attraverso le esperienze vissute grazie al corpo e ai pensieri.
LE OPERE DI GULNUR MUKAZHANOVA
L’opera comunica con lo spazio inglobando le colonne che, da semplici elementi architettonici, diventano ostacoli visivi capaci di stimolare l’immaginazione del visitatore, spronandolo a chiedersi cosa si nasconda dietro di esse. La stratificazione di tessuti evoca una identità non statica, ma esito di un dialogo incessante tra storia e presente. Tra i materiali utilizzati spiccano il feltro di lana merino, simbolo di protezione e connessione con le radici culturali nomadi, la lana merino pettinata, scelta per la sua finezza e morbidezza, la seta bianca che ricorda la luce, il velluto di viscosa vegetale, un tessuto storicamente prodotto in Russia fino agli anni Ottanta, poi proibito per motivi ambientali. Il tutto è accostato a scarti provenienti dalla produzione cinese. Ogni tessuto è lavorato in modo diverso per esprimere specifiche qualità concettuali, inglobando simboli quali il drago, creatura mitologica come metafora di rinascita, continuità e guida spirituale, e la fenice, che richiama temi di rigenerazione e bellezza. “Negli archivi c’è la materia viva […] L’archivio è quell’istinto che abbiamo tutti di classificare per comprenderci”, ha spiegato la curatrice Luigia Lonardelli durante la presentazione del progetto presso Ca’ Giustinian.
Dopo Venezia, il progetto farà tappa a Istanbul nell’autunno del 2025, continuando il percorso di ricerca e dialogo tra culture lungo le tappe del viaggio di Marco Polo.
Linda Rubino
https://www.labiennale.org/it/news/la-mostra-‘gulnur-mukazhanova-memory-hope’








