Fino al 6 gennaio 2026, le sale di Palazzo Grassi a Venezia ospitano “La strana vita delle cose”, la prima, grande mostra monografica in Italia di Tatiana Trouvé. Un viaggio immersivo tra disegni, installazioni e oggetti che ripercorre oltre vent’anni di ricerca dell’artista originaria di Cosenza.
C’è una vita silenziosa negli oggetti che accompagnano la nostra esistenza. Sono muti testimoni della nostra quotidianità, custodi del tempo e dei nostri ricordi. È a questa vita intrisa di memoria che Tatiana Trouvé (Cosenza, 1968) dà forma nella sua mostra personale La strana vita delle cose, ospitata nelle sale di Palazzo Grassi a Venezia.
L’artista costruisce ambienti che oscillano tra realtà e finzione, dove ogni elemento ‒ che sia scolpito, disegnato o creato in scala ‒ sembra trattenere un evento invisibile, un gesto perduto. La sua ricerca si caratterizza per una minuziosa attenzione al dettaglio: oggetti replicati con precisione iperrealistica ma spostati fuori contesto, disegni che sembrano affiorare nel sonno, materiali che simulano ciò che non sono ‒ il bronzo che assume la morbidezza del tessuto, il marmo che imita la leggerezza della carta dei libri.
LA MOSTRA DI TATIANA TROUVÉ A PALAZZO GRASSI
Il percorso espositivo, a cura di Caroline Bourgeois e James Lingwood, costruisce un vero e proprio labirinto mentale che si dispiega in trenta stanze, alternando opere recenti a sculture storiche, nuove installazioni site-specific e disegni inediti. La mostra trae spunto dall’invito carte blanche rivolto dalla Pinault Collection agli artisti, garantendo loro piena libertà di azione all’interno dello spazio. L’esposizione non implica un ordine gerarchico, ma si sviluppa come un ecosistema aperto, dove materiali, tecniche e linguaggi si intrecciano in un dialogo continuo.
Hors-sol è il monumentale intervento che apre il percorso espositivo al piano inferiore di Palazzo Grassi. Si tratta di una grande installazione a pavimento composto da uno strato di asfalto punteggiato da tombini raccolti da città diverse. Il titolo significa “fuori suolo” o “senza radici”, evocando così uno spostamento sia temporale che fisico.
Nelle sale inferiori del palazzo, si incontrano una serie di sculture che appartengono alla serie Notes on Sculpture. Sculture nate nello studio dell’artista da aggregazioni di oggetti marginali. A partire dal titolo, ogni opera allude a un momento caro all’artista, una sorta di frammento biografico sospeso nel tempo. Sono nature morte tridimensionali, ma con una tensione interna quasi affettiva.
In ogni sala di Palazzo Grassi sono collocati alcuni elementi della serie The Guardians. Figure sentinelle composte da abiti, scarpe, coperte, alcune scolpite in diverse pietre come il marmo, e oggetti fusi in bronzo e ottone. Essi fungono da surrogati dei guardiani e delle guardiane del museo che sorvegliano la mostra tenendo per sé i propri pensieri. I titoli dei “libri” di pietra ‒spesso testi scritti da donne ‒ rivelano le traiettorie interiori dell’artista e la sua attenzione a saperi alternativi.
LA CURATELA DELLA MOSTRA DI TATIANA TROUVÉ
Il piano superiore è dedicato al disegno, il quale occupa un posto centrale nel lavoro di Tatiana Trouvé. Molti dei disegni esposti in questo piano fanno eco alle costellazioni di sculture al piano superiore. Durante le Art Conversations organizzate a margine della mostra, i curatori e l’artista hanno discusso del ruolo del disegno come prolungamento delle sculture al piano inferiore, e dell’allestimento come gesto narrativo. Il lavoro curatoriale, costruito in dialogo con l’artista, ha portato alla realizzazione di un progetto espositivo immersivo, che rifiuta la linearità e spinge lo spettatore a creare la propria mappa emotiva dentro lo spazio. Non si tratta di illustrare un’opera, ma di creare un’esperienza.
La strana vita delle cose è più di una retrospettiva; è una riflessione sul tempo e sulla cura. Sul tempo necessario affinché un oggetto si trasformi in memoria, e sulla cura necessaria per non perderlo.
Valeria Eneide


