La necessità di narrare la guerra e l’urgenza di costruire la pace sono il fulcro della mostra collettiva in corso al gres art 671 di Bergamo fino al 12 ottobre 2025. L’allestimento porta la firma di 2050+.
de bello. notes on war and peace è la prima mostra collettiva di gres art 671 – il nuovo polo culturale bergamasco inaugurato nel 2023 in un’ex area industriale. Curata dalla direttrice Francesca Acquati con studio 2050+ e nata da un’idea del giornalista Salvatore Garzillo e del fotoreporter Gabriele Micalizzi, la rassegna affronta il tema della guerra in modo universale, senza analizzare i singoli conflitti ma denunciando la violenza in ogni sua forma. Lo scopo è abbattere le barriere storiche, fisiche e geopolitiche, usando l’arte come mezzo per trasformare il dolore in resilienza. Lo spettatore è chiamato alla riflessione sulla cruda realtà e sull’efferatezza dell’essere umano nei confronti del prossimo attraverso una narrazione che sottolinea l’urgenza della pace.
I cinque gruppi tematici – pace apparente, allarme, guerra, macerie, resistenza – compongono un racconto nel quale converge il lavoro di oltre trenta artisti, fra cui Marina Abramović, Joseph Beuys, Anselm Kiefer, che utilizzano vari mezzi espressivi ‒ pittura, scultura, fotografia, immagini in movimento e suono.
L’esposizione si sviluppa negli ambienti di gres art 671 grazie al progetto curatoriale e allestitivo concepito da 2050+ (Erica Petrillo e Ippolito Pestellini Laparelli), uno studio interdisciplinare che combina pratiche curatoriali e architettura. L’allestimento è formato da mattoni prefabbricati e cemento che, assemblati, evocano le sembianze di una casa smembrata: le luci soffuse, le aperture nei muri e le macerie creano un forte impatto emotivo.
LA MOSTRA DE BELLO. NOTES ON WAR AND PEACE A BERGAMO
La precarietà della pace e l’avanzamento velato della guerra per mezzo della propaganda caratterizzano il primo capitolo della mostra, dedicato alla pace apparente. Nella seconda sezione ‒ allarme ‒, il percorso è strutturato pe coinvolgere ancora di più lo spettatore. Ci si ritrova in un ambiente carico di suoni, sirene e droni – attivati senza preavviso e percepiti come minacce. La sensazione di inquietudine aumenta a mano a mano che ci si addentra tra le mura. La serie di strutture murarie che compone la scenografia monocromatica è stata pensata per ottenere altezze diverse, che nella sezione centrale ‒ guerra ‒ raggiungono la loro massima estensione. Soffocanti e opprimenti, non permettono di guardare oltre. L’occhio si focalizza così sui grandi arazzi che rappresentano gli scatti del fotoreporter Gabriele Micalizzi, posizionati ai quattro lati dell’ambiente. Queste opere racchiudono l’intensità del conflitto, la lotta per la libertà, ma anche la resistenza passiva seguita dalla desolazione.
La penultima sezione ‒ macerie ‒ si sviluppa in un corridoio dove trovano spazio opere che parlano della devastazione e di ciò che resta, come nella lightbox di Alfredo Jaar intitolata Milan, 1946: Lucio Fontana visits his studio on his return from Argentina e datata 2013: l’artista Lucio Fontana viene immortalato mentre cammina su ciò che è rimasto del suo studio dopo i bombardamenti.
L’ALLESTIMENTO IDEATO DA 2050+
La mostra si conclude con l’idea di resistenza, un racconto corale di un paesaggio dilaniato dalla guerra in cui i muri, le macerie e gli oggetti possono diventare sinonimo di resilienza, come nell’opera di Joseph Beuys Sled (Schlitten), del 1969. L’artista descrive un’esperienza diretta di sopravvivenza, guarigione e rinascita recuperando materiali dal forte potere simbolico. Nell’ultimo ambiente i muri tornano a diradarsi, mentre le grandi vetrate, affacciate sul giardino interno, infondono luce – come a rischiarare un itinerario denso di significati e testimonianze.
In questo progetto, 2050+ non ha solo concepito un allestimento, ma ha creato un’esperienza coinvolgente, capace di rendere ancora più forte il messaggio da veicolare: rifiutiamo la guerra, ora e sempre.
Maddalena Domenghini
https://gresart671.org/it/activities/de-bello-notes-on-war-and-peace







