Le forme dell’acqua: arte, ricerca e attivismo da S.a.L.E. Docks a Venezia

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Fino al 23 novembre 2025, gli spazi di S.a.L.E. Docks a Venezia ospitano “Contested Waters”, la mostra a cura di ɪ-ʏ ʜꜱɪᴇʜ. Con la collaborazione organizzativa dell’Hong-Gah Museum e il supporto di enti quali la Taiwan National Culture and Arts Foundation, RSI Group, Lion Pencil CO e NICHE – Centro per le Scienze Umane Ambientali dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, l’esposizione indaga l’acqua e il suo ruolo – reale e metaforico –nelle questioni ecologiche e sociali contemporanee.

Sono cinque le opere riunite da Contested Waters, la mostra allestita fino al 23 novembre 2025 presso S.a.L.E. Docks a Venezia. Installazioni e video raccontano l’acqua come luogo fisico ma anche politico, nella sua accezione di espediente narrativo. La riflessione proposta crea ponti tra zone distanti per estetica, cultura e natura, trovando nell’acqua – e più in senso lato nel concetto di liquido – un comune denominatore. In mostra, aspetti scientifici, geopolitici e metaforici sfumano i loro confini attraverso le opere di artisti che descrivono la loro realtà e il loro immaginario.

General exhibition view of Contested Waters at S.a.L.E. Docks, Venice, 2025, featuring multiple installations across the gallery. Photo by Rebecca Canavesi.
Contested Waters, exhibition view, S.a.L.E. Docks, Venice 2025. Photo by Rebecca Canavesi

LE OPERE IN MOSTRA NEGLI SPAZI DI S.A.L.E. DOCKS A VENEZIA

No body makes its own bodies (2024), la scultura realizzata da Chen Chen Yu e posta al centro dello spazio espositivo, indaga il corpo come composizione vischiosa di ideologie. La pratica multimediale dell’artista racchiude un interesse verso la fluidità identitaria, proponendo riflessioni sul genere e sulle espressioni materiali di sensazioni tipicamente contemporanee – quali l’ansia e il desiderio. Il flusso e il corpo sono elementi cardine anche nell’installazione presentata presso S.a.L.E. Docks, dove una massa informe, situata al centro di una gabbia, si scioglie in acque torbide. La dissolvenza del corpo, la sua costruzione e la sua scomparsa restituiscono l’immagine della fragilità dell’individuo di oggi: incollato all’ideologia, appare come una massa pronta a sciogliersi.
La ricerca decennale di Ranjit Kandalgaonkar, invece, riscontra nell’acqua un terreno fertile di connessioni e interessi invisibili dell’industria navale. In [shipbreak_dossier] (2009-2025) l’artista raccoglie e mappa dinamiche nascoste e poco trasparenti, svelando le fasi di costruzione e di demolizione navale. Una fase, quest’ultima, spesso caratterizzata da dati opachi e trascurati che celano grandi speculazioni.

Installation view of Ranjit Kandalgaonkar’s long-term project [shipbreak_dossier] (2009–2025), featuring diagrams, images, and research-based materials displayed at S.a.L.E. Docks. Photo by Rebecca Canavesi.
Ranjit Kandalgaonkar, [shipbreak_dossier] (2009–2025), installation view, S.a.L.E. Docks, Venice 2025. Photo by Rebecca Canavesi


Il lavoro di Jui-Lan YAO mette in relazione ricerca scientifica e pratiche partecipative. L’installazione The Replicate Blue.eu (2023-2025), presente in mostra e commissionata dall’Hong-Gah Museum, fa emergere le indagini compiute dall’artista nelle zone intertidali – comprese tra livelli di alta e bassa marea – dell’isola di Kinmen, di fronte allo Stretto di Taiwan. Jui-Lan YAO intreccia una riflessione ecologica sullo sfruttamento della biotecnologia, con un particolare riferimento ai limulidi: definiti “fossili viventi”, sono spesso utilizzati nei test di sterilizzazione di materiale medico. 
No single drop of water diminishes in the world (2024-2025) di Szu-Ni Wen e Chia-Hsuan Sun considera l’acqua come bene necessario, innescando un ragionamento attorno al quantitativo di risorse presenti sulla Terra. Riprendendo le parole contenute nel testo curatoriale e riferite all’opera, infatti, “l’acqua che beviamo oggi è la stessa acqua che bevevano i dinosauri”.
Infine, dietro una tenda che porziona il grande spazio continuo dei Magazzini del Sale, The Sirens (2022-2025) di Tzuan Wu propone un’acqua diversa, meno scientifica e più mitologica. Fluido diventa l’inumano, il liminale, la sfumatura di confini tra un bambino sott’acqua e una sirena. L’opera, dal retrogusto apocalittico, segna la fine dell’esposizione, in uno spazio più profondo, lontano e distante dall’ingresso. Non suona casuale terminare il percorso di mostra con una metaforica e sovrapponibile “fine del mondo”, dati i temi trattati negli altri lavori.

Installation view of The Sirens (2022–2025) by Tzuan Wu, showing immersive visual and spatial elements arranged across the S.a.L.E. Docks gallery. Photo by Rebecca Canavesi
Tzuan Wu, The Sirens (2022–2025), installation view, S.a.L.E. Docks, Venice 2025. Photo by Rebecca Canavesi

ATTIVISMO E CURATELA

Quello tracciato da Contested Waters è un itinerario verso l’ignoto, un cammino che nasce da una ricerca scientifica oculata e attenta, passa per le contraddizioni ideologiche della società contemporanea e arriva alla finzione. La mostra parla dell’acqua attraverso la molteplicità e la stratificazione di senso, suggerendo indagini in varie forme: economica, ecologica, politica, metaforica. Le riflessioni sono caratterizzate dall’acqua come fattore contenutistico e mediale ma anche da uno spirito di lotta e partecipazione, necessario in uno spazio come quello di S.a.L.E. Docks. 
I diversi linguaggi in mostra consentono di sviluppare conoscenza e coscienza su diversi casi studio specifici e settoriali, in cui convivono arte e scienza. L’unione di queste parti dà forma a un’indagine che non si limita all’estetico per generare consapevolezza, ma porta a galla dati spesso resi torbidi da logiche più grandi. Contested Waters evoca storie di acque che non sono neutrali: il discorso si fa allora politico, concreto, partecipativo, nel solco dei principi che animano S.a.L.E. Docks, luogo indipendente per le arti contemporanee fondato nel 2007 da un gruppo di attivisti in seguito all’occupazione di uno dei Magazzini del Sale.

  • Installation view of The Sirens (2022–2025) by Tzuan Wu, showing immersive visual and spatial elements arranged across the S.a.L.E. Docks gallery. Photo by Rebecca Canavesi
  • Installation view of The Sirens (2022–2025) by Tzuan Wu, showing immersive visual and spatial elements arranged across the S.a.L.E. Docks gallery. Photo by Rebecca Canavesi
  • Installation view of Ranjit Kandalgaonkar’s long-term project [shipbreak_dossier] (2009–2025), featuring diagrams, images, and research-based materials displayed at S.a.L.E. Docks. Photo by Rebecca Canavesi.
  • Installation view of The Sirens (2022–2025) by Tzuan Wu, showing immersive visual and spatial elements arranged across the S.a.L.E. Docks gallery. Photo by Rebecca Canavesi
  • Installation view of Jui-Lan YAO’s The Replicate Blue.eu (2023–2025), combining digital and sculptural components within the S.a.L.E. Docks space. Photo by Rebecca Canavesi
  • General exhibition view of Contested Waters at S.a.L.E. Docks, Venice, 2025, featuring multiple installations across the gallery. Photo by Rebecca Canavesi.
  • General exhibition view of Contested Waters at S.a.L.E. Docks, Venice, 2025, featuring multiple installations across the gallery. Photo by Rebecca Canavesi.
  • Installation view of No body makes its own bodies (2025) by Chen Chen YU at S.a.L.E. Docks, Venice, showing sculptural and spatial elements arranged within the industrial gallery space. Photo by Rebecca Canavesi
  • Installation view of No body makes its own bodies (2025) by Chen Chen YU at S.a.L.E. Docks, Venice, showing sculptural and spatial elements arranged within the industrial gallery space. Photo by Rebecca Canavesi

Rebecca Canavesi

Contested Waters